Suppura del potere di Eros, Notte generò in solitudine cinque entità. Esse portavano il nome di Momo, ovvero il sarcasmo, Eris, la discordia, Nemesi, giustizia divina più volte nominata anche semplicemente Vendetta, giungendo infine a partorie i due più famosi: Thanatos ed Hypnos, ovvero Morte e Sonno.
Ella però non dismise le sue gravidanze, cadendo infine nell'abbraccio dell'oscurità, di Erebo, che insieme a Notte generò Etere, la luce che in seguito fu madre di Talassa (il mare), Emera, il giorno, ed infine il famosissimo traghettare dei defunti, Caronte, che con le sue mani costruì Dite, la città dei morti nel cuore degli Inferi.
Si dice che figlie di Notte ed Erebo furono anche le terribili Moire, raffiugrazione del destino che nell'oscurità tendono tessono il filo della vita di ogni essere, Dio o Uomo non importa, lo tendono e lo tagliano. Talmente antichi e potenti erano questi tre esseri che nemmeno gli Dei potevano mutarne le decisioni.
Successivamente o nel medesimo tempo, questo non ci è dato sapere, Gea portò avanti la sua genia, generando nel proprio ventre esseri di differenti forme. Ella infatti diede alla luce Ossa, ovvero la fama, Ponto, il cui corpo avrebbe formato i fondali oceanici, i due mostri terribili, Pitone ed Argo, e, in ultima, ma più importante istanza, al suo pari: Urano.
Gea in seguito si unì al fratello sulla quale ella giaceva, ovvero Tartaro e dalla loro unione nacque Tifone, un essere gigantesco, la cui forma rassomigliava a diverse belve, che un giorno avrebbe sfidato Zeus. In realtà, l'origine di Tifone non è chiara all'interno dei miti greci. Infatti, sebbene egli abbia delle fattezze chiaramente titaniche quanto mostruose, alcuni scritti denotano come egli nacque da Hera, ingravidatasi con lo sperma di suo padre Crono posto tra due uova, affinché il figlio che portava in grembo avesse un giorno distrutto Zeus. Secondo alcuni studiosi, però, tale storia potrebbe essere stata una mala interpretazione della nascita di Efesto, anch'esso nato dall'unione di Hera e Crono.
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