martedì 5 agosto 2014

La Stirpe di Micene

Dopo aver mandato un diluvio atto a distruggere l'umanità, Zeus si guardò bene dal ripetere un simile gesto nonostante Deucalione, figlio di Prometeo, istruito dal padre, riuscì a salvare parte dei mortali.
Egli infatti dopo di ciò continuò ad unirsi con numerose donne, divine e mortali, tanto che da una di queste, Pluto, ebbe un figlio che inizialmente, nonostante mezzo uomo, mezzo dio, fu molto amato sia da lui che dalle altre divinità, le quali gli permisero di vivere in mezzo a loro per diverso tempo: Tantalo.


Nonostante potesse mangiare alla mensa degli Dei, Tantalo però commise diversi peccati, in particolare rivolti alla Xenia, la legge dell'ospitalità. Egli infatti si macchiò del ratto di Ganimede, rubò Nettare ed Ambrosia, fonte dell'immortalità divina, nonché il furto del Cane d'Oro sacro a Zeus.
Per simili atti, egli giunse così in disgrazia e fu punito dagli Dei che lo umiliarono cacciandolo. Ciò però fece crescere in Tantalo un grande raccapriccio e volontà di vendetta, tanto che si dice uccise diversi giovani, li smembrò e, dopo aver cotto le loro carni, ne diede da mangiare agli stessi Dei. Accortosi in tempo del misfatto, Zeus lo fulminò uccidendolo e spendendo il suo spirito nel luogo più angusto dell'Ade.

Prima di morire però, Tantalo aveva dato alla luce con sua moglie Dione il grande Pelope, guerriero leggendario che conquistò gran parte della Grecia, tanto che il Peloponneso è un termine che nacque proprio dal suo nome. Questi s'innamorò di Ippodamia, figlia del re di Pisa, figlio di Ares, Enomao, che non voleva dare in sposa la figlia a causa di una profezia che lo vedeva morto a causa del suo genero. Con un inganno però, Pelope vinse la gare contro il velocissimo Enomao, il quale morì nell'impatto col terreno cadendo dalla biga, vincendo la mano di Ippodamia.
Dalla loro unione nacquero diversi figli, ma il più importante fu Atreo, assassino di suo fratello Crisippo insieme all'altro fratello Tieste, rifugiatosi a Micene.

Micene era una città fondata da Miceneo e fortificata da Perseo, tenuta sotto comando dai Danaidi i quali però furono sterminati dagli Eraclidi (figli di Eracle), cosa che permise ad Atreo di diventare nuovo re di Micene e fondatore della stirpe degli Atreidi.
I primi figli di Atreo furono i famosissimi Agamennone e Menelao. Il secondo sposò la figlia di Tindaro, re di Sparta, divenendo re della città dopo la morte del suocero. Il primo invece uccise il re di Pisa, sposando la vedova Clitennestra e dando inizio al suo impero Miceneo, conquistando numerosi regni e generando così l'impero dei molti re, al quale giurarono fedeltà personalità come Ulisse.
Fu a causa del ratto di Elena, moglie di Menelao, che Agamennone ebbe la possibilità di dichiarare guerra a Troia, sede del principe Paride, rapitore ed amante della moglie del fratello.

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